Il male di vivere : il ruolo dei disturbi dell’umore e d’ansia nella percezione del dolore fisico

Il male di vivere : il ruolo dei disturbi dell’umore e d’ansia nella percezione del dolore fisico

 

Su quanto siano intollerabili e pesanti la depressione e l’ansia, molte parole sono state scritte, molte riflessioni sono state fatte. Si pensa spesso che il male invisibile, quello che non si può diagnosticare con un esame del sangue o con una risonanza magnetica, abbia una influenza strettamente intrapsichica. Ingenuamente, si può perfino dubitare di quanto il male di vivere possa uccidere una persona pur tenendola in vita, e così si sprecano i solleciti, gli inviti alla tenacia, gli appelli alla forza di volontà.

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Fraintendimenti e incomprensioni : i miti da sfatare – parte seconda

 

  • “Una volta che avrò perso X chilogrammi di peso sarò finalmente felice..”

 

La perdita del peso – attraverso diete, allenamenti, prodotti coadiuvanti, interventi chirurgici – costituisce una tematica molto consistente all’interno della dimensione del benessere e dell’accettazione sociale. La pinguedine non è più vista come nei tempi in cui le risorse alimentari erano scarse e infrequenti, ossia come un segno di prestigio e ricchezza, bensì come uno stigma sempre evidente che testimonia la mancanza di volontà per la cura del proprio corpo, e che spesso si associa alla percezione di poca disciplina, di consumo indiscriminato di cibo ricco in calorie ma poco nutriente (il cosiddetto junk food, il cibo-spazzatura), di povertà socioeconomica (le classi sociali più svantaggiate sono anche quelle più frequentemente costituite da persone corpulente od obese, sebbene questo sia più evidente negli Stati Uniti e in Inghilterra per via delle differenti tradizioni alimentari), di marginalità sociale e di malattia (nel senso di patologia fisica già presente o incipiente).

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