I’ve got that summertime sadness – il Reverse Seasonal Affective Disorder

I’ve got that summertime sadness – il Reverse Seasonal Affective Disorder

 

“Summertime sadness” : così la cantante Lana del Rey definisce una condizione di poetica melanconia, con ogni probabilità a causa della separazione da una figura amata, in un certo qual modo simile al disturbo a cui faccio riferimento.
Il Reverse Seasonal Affective Disorder (abbreviato in RSAD) è la controparte estiva e meno conosciuta di quel disturbo che in Italia è conosciuto come Disturbo Affettivo Stagionale, che insorge nei mesi autunnali ed invernali e tende a diminuire di intensità proprio in primavera ed estate, grazie all’aumento delle ore di luce solare che influiscono sul ritmo circadiano (con particolare riferimento all’alternanza quotidiana di sonno e veglia). La sintomatologia tipica è costituita da :

  • Difficoltà nel risveglio mattutino e tendenza a dormire troppo in relazione agli sforzi esercitati durante il giorno
  • Forte desiderio di cibi ricchi in carboidrati (e conseguente ingrassamento)
  • Tendenza al ritiro sociale e desiderio di rimanere inattivi
  • Difficoltà di concentrazione, algìe di origine ignota, senso di sconfitta e tristezza
  • Disforia

Le ore di illuminazione naturale disponibili però non sono le uniche variabili implicate nella manifestazione del disturbo : si ipotizza anche un deficit della produzione e disponibilità di serotonina (come nella depressione propriamente detta) e una secrezione irregolare di melatonina (ormone prodotto dalla ghiandola pineale con funzione di “sincronizzatore” biologico del ritmo circadiano). Queste ipotesi suggeriscono anche le direzioni terapeutiche potenzialmente utili, che sono riassumibili in :

  • esposizione controllata alla luce prodotta da una light box (lampada specifica per l’utilizzo terapeutico), nella quantità di 2000 fino a 10000 lx (lux, unità di misura per illuminamento) al mattino, per un tempo variabile a seconda delle indicazioni del curante, generalmente compreso tra i 30 e 120 minuti, ogni giorno.
  • utilizzo di antidepressivi di seconda generazione, ad esempio bupropione, che paiono svolgere effetto preventivo (Morgan, Gartlehner, Nussbaumer et al., 2015)
  • integrazione alimentare di melatonina, per produrre un avanzamento nella fase di alternanza tra sonno e veglia e attivazione fisiologica/rilassamento (Horowitz, 2015)

Un certo grado di complessità nella diagnosi e nel trattamento è costituito dalla sovrapposizione con stati depressivi già presenti ed altri disturbi dell’umore (es. disturbo distimico, quadri misti con componenti ansiose..) : a tale proposito, il DSM-V (American Psychiatric Association, 2013) non considera più questo disturbo come a sé stante, ma come peculiarità del disturbo depressivo maggiore (“ricorrenza stagionale”) che insorge in un momento specifico dell’anno e tende a completa remissione.

Nel caso del Disturbo Affettivo classico (qua citato per chiarezza nella sua denominazione precendente), la stagionalità è quella autunnale/invernale, ma come accennato esiste una variante primaverile/estiva, che pare rafforzare l’ipotesi della disregolazione melatoninica attraverso lo stesso meccanismo implicato nella variante invernale, ma in questo caso l’abbondanza di luce solare impedisce la produzione di melatonina, rendendo difficile il riposo e la quiete, e ciò spiegherebbe anche perché il RSAD presenti caratteristiche più ansiose e ipomaniacali (in breve, di “attivazione”) che si assommano alla depressione, quali :

  • Insonnia
  • Irritabilità e impossibilità a rimanere fermi
  • Perdita dell’appetito
  • Perdita del peso involontaria o aumento
  • Aumento del desiderio sessuale

Entrambe le varianti di quello che era quindi il Disturbo Affettivo Stagionale, comunque, sono caratterizzate da una ereditarietà forte : più di due terzi dei pazienti che ne soffrono hanno un parente prossimo con un disturbo dell’umore.
Trattandosi di una variante ancora poco studiata, le terapie disponibili sono le stesse già citate per quella invernale, con il possibile suggerimento di oscurare gli ambienti in cui si vive con regolarità, per consentire la produzione serale endogena di melatonina, tentando di mantenere i ritmi delle stagioni più fresche e attendere con trepidazione l’arrivo di settembre od ottobre, per ”darsi il cambio” con gli affetti dalla variante invernale, coloro i quali sono sensibili al winter blues .

American Psychiatric Association.Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (DSM-5®). 2013, American Psychiatric Pub.

Magnusson A., Boivin D. Seasonal affective disorder : an overview. Chronobiology International : the journal of biological and medical rhythm research, 2003, volume 20 (2), pagg 189-207

Morgan L.C., Gartlehner G., Nussbaumer B., Gaynes B.N., Forneris C.A., Kaminski-Hartenthaler A., Wipplinger J. Efficacy and harms of second-generation antidepressants for the prevention of seasonal affective disorder : a systematic review. European Psychiatry, 2015, Volume 30 (1), pag 808


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